venerdì 21 giugno 2013

Documenti step 2


Orbene, tirulerulavo verso la questura con un pugno di sudati risparmi in tasca, carta d'identità nuova fiammante (rovinata immediatamente perché infilata in tasca alla pene di segugio) e tutto il necessario per fare il passaporto.
Da bravo ragazzo previdente avevo inoltrato la prenotazione online per la richiesta di passaporto (non è uno step obbligatorio, ma prenotando per tempo potrete evitare i giorni potenzialmente strapieni e risparmiare file).

Ovviamente non avevo voglia di perder più tempo del necessario fra uffici vari quindi sono andato direttamente alla posta ed ho chiesto un bollettino per il pagamento della tassa governativa di 42.50 eurini.
Sono stato quasi colto da un attacco euforico/isterico quando l'impiegata postale mi ha annunciato con un sorriso da reclame che, "si!", avevano i moduli precompilati!
Incredibile! Ho sempre dovuto usare moduli generici!
Ero quasi tentato di spararmi un "Turista per sempre" e mandare affancuore lo spettro del lavoro per un bel po'...poi mi son ripreso e, tornato sulla dura terra (quella vera, dove i "Turista per sempre" li vincon tutti tranne te), ho cominciato a compilare il modulo.

Breve fila (già di per se un altro evento degno di esser appuntato sugli annali di storia contemporanea) ed arrivo allo sportello. Tiro fuori due carte da 20, una moneta da 2 euro e gli altri spicci precisi così da completare il pagamento in modo rapido.
Sapevo però che sarebbe successo qualcosa; avevo addosso la stessa sensazione data dai tipi che, nei film tesi, dicon sicuri "Va tutto bene..." poco prima di essere miseramente ridotti in poltiglia dal qualsiasi cosa sia stato inserito nella trama da uno sceneggiatore in preda a crisi leopardiane.

Ed ecco. Accade.
L'impiegata mi pianta addosso lo stesso sguardo che, tradizionalmente, si riserva al tipo barbuto che sta placidamente seduto davanti a voi nel bus/bar/ristorante nell'istante in cui ricordate la sua foto segnaletica vista in un servizio riguardo crimini di guerra/traffico d'organi/cannibalismo/pedofilia/tifo di squadra avversaria alla vostra.
Il fatto che io sia, usualmente, barbuto ha solo catalizzato il processo.

Ad un tratto, mezza ripresasi dallo chock mi indica la moneta da due euro e mi fa "Questa non è valida, è falsa!".
Io, deciso a non perdere il sorriso duramente conquistato in precedenza, raccolgo la moneta che mi aveva passato da sotto il vetro blindato (sia benedetto il vetro blindato che la rassicurava, altrimenti sarebbe fuggita urlando), ovviamente incazzato magrebino per aver scoperto di essermi fatto rifilare due euro di latta.

Frugo nelle tasche e, trovando solo paccottiglia, guardo i due euro incriminati...la mia mente cade improvvisamente in un limbo fatto di sentimenti contrastanti. Parole come: compassione, frustrazione, empatia, ira funesta, ilarità e macomeminchiazzafaiafarestolavoro si fondevano in una tempesta indecifrabile.
Tentando di modulare un sorriso le ripasso la moneta e le dico "Guardi che sono validi, sono di un'altra nazione". Questa recupera la moneta, soppesa la cosa nella sua mente violata da un così meschino tentativo di un vile mariuolo barbuto e mi fa "Devo parlarne con il direttore!", si alza di scatto e va nel retro.

Il direttore di certo aveva altro da fare dato che poco dopo questa torna, ancora decisa a non accettarli.
L'impiegato accanto, Dio (o il Big Bang, o qualsiasi cosa vogliate) lo benedica, decide di sbloccare questa spinosa crisi internazionale: guarda la moneta al volo e, secco come un Martini extra dry con oliva amara, dice alla collega "Vedi che sono due euro tedeschi, vanno bene lo stesso" prima di tornare alle sue occupazioni.
Questa, assediata da un tale blitzkrieg teutonico, borbotta qualcosa riguardo rischi, responsabilità e leggi e completa la transazione.

Esco, mezzo piegato dalle risate e mezzo inveente, dall'ufficio postale e vado in un tabacchino a farmi fare l'ennesimo salasso di euri 40.29 per il "contrassegno telematico" (un nuovo nome cool per la vecchia "marca da bollo") necessario al passaporto. Vado infine all'ufficio preposto in questura.

Entro e l'impiegata prende subito carta d'identità, bollettino, contrassegno e le due foto necessarie filando come un TAV, salvo poi giungere allo stop immediato: "Queste foto non van bene, queste son fototessere, non foto formato passaporto!".
L'orologio batteva le 12:45, l'ufficio chiudeva all'una...lascio dietro di me la classica sagoma fumosa da cartone animato e corro...corro ad una velocità tale da far scolorire Usain Bolt.
Mi infilo in un vicino studio fotografico ed in pochi minuti esco con le mie foto formato passaporto, alle 12:55 avevo consegnato tutta la documentazione necessaria con tanto di musichina appropriata al mio arrivo nell'ufficio.

Tempo di attesa per il passaporto? Dieci giorni (in realtà lo avevan già stampato due giorni dopo).

A presto per un succoso post sul visto WHV!

3 commenti:

  1. ahahahah xD sei fantastico!! ti stimo!!!!!!!!!

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  2. Federica Restuccia24/06/13, 16:22

    Innanzitutto, complimenti, nuovamente, per la pazienza con l'addetta postale...oltre che la fortuna che hai avuto.
    Speravo che almeno tu non sbagliassi con le misure della foto tessera...dato che al consolato mi hanno fatto i complimenti per essere stata una delle poche a portar tutto giusto XD

    Sempre contenta di leggere che niente ti va liscio...mi dispiace da un lato, ma dall'altro mi passo dieci minuti in allegria!

    Good Luck!

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    Risposte
    1. La cosa bella è che è tutta roba vera! Non teatro! Roba vera!
      Manco lupini allo stadio potrebbe vendere...con tutti i soldi che rifiuterebbe finirebbe per mangiarseli lei!

      No preocupe, sono quasi certo che tutto o quasi continuerà a non filare liscio...esempio coincidenza inesistente a Milano per il volo. Ma ci sto lavorando su...
      Nel frattempo preparatevi ad altre fantozziane avventure!

      A presto!

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